Per me che nella vita faccio il professore, il nuovo anno non può che iniziare con una riflessione sui giovani.
La prima amara constatazione è quanto sia difficile coinvolgere i ragazzi nell’attività politica.
Voglio trovare modalità innovative per poterli coinvolgere. Convincerli, cioè, che esserci, condividere, costruire non è inutile o noioso, ma è parte integrante del futuro loro e del Paese.
Ma credo che sia difficile riuscirci senza affrontare il problema di fondo: in Italia i giovani non vengono aiutati a diventare autonomi. La loro autonomia viene raggiunta sempre più tardi e quasi esclusivamente grazie all’aiuto che ricevono dalla famiglia d’origine, da cui dipendono in tutto e per tutto.
In Italia, due giovani su tre tra i 19 e i 25 anni vivono ancora nella famiglia di origine. Nei Paesi scandinavi è meno di uno su dieci.
In Europa siamo il Paese con il maggior numero di giovani con meno di trent’anni che non studiano e non lavorano.
Quello che dobbiamo fare con urgenza è mettere in campo politiche che si rivolgano direttamente ai giovani, responsabilizzandoli, rendendoli cittadini attivi il prima possibile.
La Regione può svolgere un ruolo centrale: dalle politiche sociali a quelle per il lavoro, dalla formazione allo sport, dal sostegno al reddito a quello per l’imprenditorialità la Regione può fare concretamente la differenza per rimettere al centro i giovani e offrire loro opportunità e incoraggiamento per diventare autonomi nei tempi e nei modi giusti, per crescere contando sulle proprie capacità e competenze.
Perché solo sentendosi protagonisti nel proprio contesto sociale e produttivo, si può davvero avere interesse a partecipare anche al governo dello stesso. Diventando pienamente cittadini.
E’ il primo impegno che voglio prendere in questo primo giorno di un anno che a breve porterà alle elezioni regionali nel Lazio. Impegnarmi a lavorare per loro. Per i giovani.
Voglio raccogliere l’invito del Presidente Mattarella e guardare al domani con gli occhi dei giovani. Voglio far sì “che il futuro delle giovani generazioni non sia quel che resta del presente, ma il frutto di un esercizio di coscienza da parte nostra”.
Come faccio nelle aule dell’università, voglio contribuire a costruire un modello di società in cui i giovani tornino a sentirsi protagonisti.