ENERGIA
Il nostro è un Paese in grande fermento, fatto di Amministrazioni pubbliche, imprese e territori che cercano soluzioni diverse per realizzare impianti da fonti rinnovabili: dai piccoli impianti domestici, alle comunità energetiche fino ai grandi impianti industriali.
Un Paese che, però, spesso si scontra con l’eccessiva burocrazia e con un sistema farraginoso di rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione dei progetti, trovando davanti a sé grandi difficoltà in fase di realizzazione degli stessi: un danno enorme per i cittadini, che vedono così sfuggire le tante opportunità di innovazione nell’ambito dell’autoproduzione di energia.
È il momento di cambiare registro, attuando quella rivoluzione energetica di cui abbiamo bisogno, e aiutando i cittadini a farlo a loro volta.
Per questo, per raccontare il programma politico del centrosinistra – presentato pochi giorni fa da Alessio D’Amato – voglio partire proprio dal provvedimento che prevede l’apertura di 100 comunità energetiche in 100 comuni della Regione Lazio.
Un modello basato sulla condivisione e incentrato su un sistema di scambio locale, che favorisce la gestione congiunta e la riduzione della dipendenza energetica dal sistema elettrico nazionale.
Un investimento complessivo di 110 milioni di euro di PNRR – fondi rivolti proprio alla promozione di produzione di energia pulita e l’autoconsumo – e Fondi Ue 2021-2027 che contribuirà non solo a rendere il Lazio indipendente dal punto di vista energetico, ma aiuterà migliaia di cittadini a ridurre le loro spese per la corrente elettrica, educando, per di più, tutte le fasce della popolazione ad una cultura rivolta alla sostenibilità urbana
FORMAZIONE
Nel Lazio i disoccupati sono più di 200.000. Quasi 1 giovane su 4 tra i 15 e i 34 anni non lavora e non segue alcun percorso di formazione.
Di fronte ai cambiamenti tecnologici, c’è una necessità impellente di mettere questi ragazzi e tutti coloro che hanno perso il lavoro di innalzare il proprio livello di qualificazione.
Il 2023 è stato proclamato dalla Commissione Europea “Anno europeo delle competenze”, e da professore universitario ne sono molto felice.
Da candidato al consiglio regionale, mi impegno affiche sia realizzato nel migliore dei modi la proposta del Reddito di formazione, uno strumento destinato a disoccupati giovani e adulti, a giovani in cerca di prima occupazione, a donne con figli a carico in cerca di ricollocazione, a persone in condizione di temporanea difficoltà, a lavoratori e lavoratrici in difficoltà di fronte alle crisi e alle trasformazioni economiche in atto.
Il fallimento del reddito di cittadinanza sta proprio nella sua incapacità di “prendere in carico” i suoi destinatari, non aiutandoli nella ricerca di un lavoro ma soprattutto senza inserirli in percorsi di formazione che possano renderli effettivamente competitivi sul mercato del lavoro.
Serve, invece, un grande piano, finanziato con i fondi europei, pensato e costruito in totale dialogo con i giovani, le associazioni, le università e le imprese. Io metterò tutte le mie competenze a servizio di questo progetto.
SICUREZZA STRADALE
Purtroppo, dopo gli anni di pandemia – con la circolazione dei veicoli ridotta per le restrizioni anti-Covid, e il conseguente calo degli incidenti – gli incidenti stradali nel Lazio sono tornati in linea con gli anni precedenti, registrando 288 vittime e 23mila feriti in 17mila sinistri.
E sono la prima causa di morte tra bambini e giovani tra i 5 e i 29 anni nel territorio regionale.
Ecco perché tra i punti fondamentali da realizzare nei primi cento giorni di governo Alessio D’Amato ha voluto mettere in particolare risalto il programma ‘Lazio strade sicure‘, che prevede la creazione di una piattaforma sulla sicurezza stradale e attività integrate per ridurre gli incidenti: campagne di sensibilizzazione nelle scuole sui pericoli della guida; interventi infrastrutturali nei luoghi più pericolosi della nostra rete viaria; maggiori controlli sulle strade; utilizzo di strumenti tecnologici per avvisare i conducenti dei pericoli; attivazione del servizio di psicologia dell’emergenza per i familiari delle vittime della strada.
Oltre a questo, sarà potenziato il Centro Regionale Monitoraggio Sicurezza Stradale che, guardando ai risultati della Regione Lazio e alle migliori prassi internazionali, contribuirà all’attuazione degli obiettivi del programma analizzando le aree di circolazione di maggior pericolo, promuovendo le azioni di necessario miglioramento infrastrutturale e monitorando l’effettività delle realizzazioni.
Obiettivi, quindi, chiari e definiti, pensati per portare il Lazio in linea con le migliori prassi internazionali, e che completerà il lavoro già avviato nel corso di questi anni.
Obiettivi che, oltretutto, si integrano alla perfezione con il piano di riqualificazione e la messa in sicurezza delle strade di Albano e con la campagna di educazione ed informazione che abbiamo già effettuato nelle scuole medie del territorio: progetti in partenza – o addirittura già partiti – che abbiamo presentato proprio pochi giorni fa nel convegno sulla Sicurezza Stradale a Palazzo Savelli.